Emergenza Covid-19: le nostre escursioni potrebbero subire cambiamento o ritardi
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Covid-19: le nostre escursioni potrebbero subire cambiamenti

UNA CITTÀ
DALLA STORIA MILLENARIA

Il nome Siracusa deriva dal siculo Syraka o Sùraka: abbondanza d’acqua, dovuto alla presenza di molti corsi d’acqua e di una zona paludosa. Fondata dai Greci di Corinto, capitanati da Archia, nel 734 a.C., divenne in pochi anni una Pentàpoli costituita da cinque quartieri: Ortigia, Acradina, Tiche, Neàpolis ed Epipoli. Nel 212 a.C. dopo una strenua resistenza di cui fu massimo promotore Archimede con le sue geniali macchine belliche, fu conquistata dai Romani e divenne capitale della provincia di Sicilia.

Da allora ebbe inizio un lento decadimento della città a causa di numerosi saccheggi e incursioni barbariche. Nell’878 fu definitivamente conquistata dagli Arabi; nell’XI secolo fu riconquistata dai Bizantini e passò poi sotto il dominio dei Normanni. Dopo un breve dominio genovese nel XIII secolo, seguì le sorti di tutta la Sicilia: Regno di Sicilia XII secolo, Regno delle due Sicilie XIX secolo, Regno d’Italia.

PASSEGGIANDO PER ORTIGIA

Il nucleo urbano più antico è l’isola di Ortigia in cui si conservano ancora oggi i resti di ossa di animali, di carboni e vasellame di età preistorica. Infatti, la presenza umana a Siracusa è databile tra il XXII e il XV secolo a. C. Tra la fine dell’età del bronzo e fino al IX secolo a.C. Ortigia era abitata da popolazione indigena come dimostrano i resti di capanne rinvenute in piazza Minerva e in piazza Duomo e che furono probabilmente utilizzate fino all’arrivo dei Corinzi di Archia.

Tra i più antichi monumenti sacri greci ricordiamo: l’Oikos, un tempio arcaico databile al VII secolo a.C. posizionato al centro della piazza del Duomo, lo sfarzoso tempio ionico di Artemide (L’Artemision) datato alla fine del VI secolo a.C. che si trova oggi sotto le fondamenta del palazzo Municipale e il tempio dorico di Atena oggi inglobato nel Duomo della città trasformato in chiesa cristiana e poi in Cattedrale nel VII secolo.

Passeggiando per Ortigia troviamo anche alcuni monumenti legati alla mitologia greca come la fontana di Diana e la fonte Artetusa la quale ha ispirato grandi poeti dell’antichità e moderni, punto di riferimento per artisti e visitatori. Sulla punta estrema dell’isola, allungata verso il mare troviamo “U Casteddu”, ovvero il castello Maniace, architettura di origine sveva legata alla figura di re Federico II e da cui si può ammirare un panorama incantevole.

L’impianto viario dell’isola di Ortigia caratterizzato da stretti, tortuosi e labirintici vicoli testimonia la presenza araba sull’isola, ma ospita anche numerosi esempi di costruzione di età bizantina, normanna, sveva, aragonese, rinascimentale e barocca che conferiscono al centro storico un’atmosfera unica. Nel quartiere della “ Jureca” (Giudecca) troviamo uno dei punti più significativi di Ortigia: abitato degli ebrei fino al 1492, ovvero fino a quando non furono espulsi con decreto regio da Ferdinando il Cattolico. Qui si trovano pozzi e bagni per la purificazione.

NEAPOLIS

Nel quartiere della Neapolis, invece, scopriamo i monumenti più rappresentativi dell’antica città greco-romana, racchiusi all’interno del parco archeologico. Qui per volontà di Gerone II nel III secolo a. C. si realizzò il grandioso teatro greco, meta ancora oggi di numerosi spettatori che ogni anno partecipano alla rassegna delle rappresentazioni classiche; qui c’è inoltre il famoso orecchio di Dionisio così chiamato dal Caravaggio durante la sua permanenza a Siracusa per la sua particolare forma e per l’effetto acustico che permette di amplificare anche il più piccolo suono; l’ara di Ierone II grande altare sacrificale dedicato a Zeus liberatore; l’anfiteatro romano realizzato durante la prima età imperiale.

A pochi passi dal parco archeologico della Neapolis si trova il museo archeologico regionale Paolo Orsi che ospita le collezioni archeologiche più importanti della Sicilia. Infine, l’architettura religiosa siracusana spazia dall’arte paleocristiana, con la testimonianza di numerose catacombe seconde solo a quelle romane, di basiliche di età bizantina, come la Basilica di san Giovanni Evangelista, e del moderno Santuario della Madonna delle Lacrime.

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